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Lโ€™elemento soggettivo del risarcimento da lesione degli interessi legittimi

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Consiglio di Stato, Sez. V, Sent. n. 2151 del 12.03.2021

1 – Un ente locale sospende lโ€™autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande (di tipo B) a un ristoratore che, solo dopo aver proposto ricorso, ottiene la piena operativitร  del titolo autorizzatorio con dieci mesi di ritardo.

Il ristoratore chiede, allora, il risarcimento del danno allโ€™ente locale per il ritardo subito nel periodo di illegittima sospensione dellโ€™attivitร .

2 – Il Consiglio di Stato rammenta che nellโ€™ambito della responsabilitร  civile della pubblica amministrazione per atto amministrativo illegittimo, la responsabilitร  risarcitoria postula una spendita viziata del potere che, esorbitando dallo schema sostanziale e procedimentale delineato dalla legge attributiva, abbia leso almeno colposamente un interesse legittimo del privato, vulnerandone la sfera giuridica.

Quanto allโ€™elemento psicologico, si precisa che lโ€™illegittimitร  del provvedimento amministrativo, ove acclarata, costituisce solo uno degli indici presuntivi della colpevolezza, da considerare unitamente ad altri, quali il grado di chiarezza della normativa applicabile, la semplicitร  degli elementi di fatto, il carattere vincolato della statuizione amministrativa, lโ€™ambito piรน o meno ampio della discrezionalitร  dellโ€™amministrazione. Allora, โ€œil requisito della colpa (c.d. dโ€™apparato) deve essere individuato nella accertata violazione dei canoni di imparzialitร , correttezza e buona amministrazione, ovvero nella negligenza, nelle omissioni o negli errori interpretativi di norme, ritenuti non scusabili, in ragione dellโ€™interesse giuridicamente protetto di colui che instaura un rapporto con lโ€™amministrazione; viceversa, la responsabilitร  deve essere negata quando lโ€™indagine conduce al riconoscimento dellโ€™errore scusabile per la sussistenza di contrasti giudiziari, per lโ€™incertezza del quadro normativo di riferimento o per la complessitร  della situazione di fattoโ€.

3 – Nel caso di specie, il Supremo consesso, acclarata la palese illegittimitร  del provvedimento lesivo ed esclusa la sussistenza di qualsivoglia errore scusabile, condanna il Comune al risarcimento del danno che, tuttavia, viene ridotto alla metร  di quanto richiesto in ragione dellโ€™applicazione dellโ€™art. 1227 c.c. che รจ norma โ€œpacificamente applicabile al giudizio amministrativo risarcitorioโ€.

In tal senso, il Collegio esclude il risarcimento per alcuni โ€œperiodiโ€. Si ritiene in merito, che, da un lato, integri i presupposti del concorso del danneggiato nella causazione del danno (art. 1227 co. 1 c.c.) la condotta della parte ricorrente che ha chiesto (immotivatamente) il rinvio dellโ€™udienza cautelare in pendenza di โ€œpresunte trattativeโ€ (lโ€™accoglimento della domanda cautelare avrebbe impedito la protrazione del danno) e, dallโ€™altro, che rientri nellโ€™ipotesi di cui allโ€™art. 1227 co. 2 c.c. (relativa ai danni che il danneggiato avrebbe potuto evitare utilizzando la dovuta diligenza) la mancata tempestiva produzione, nel corso del procedimento, del parere igienico sanitario da parte della societร  ricorrente.