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La lesione del diritto secondario al sepolcro e il suo conseguente risarcimento del danno in caso di lesione.
a cura dellβavvocato Paolo Vincenzo Rizzardi
#dirittoprimarioalsepolcro #dirittosecondarioalsepolcro #art.1L.130/2001
Corte di Cassazione, sez. III civile, sentenza n. 370 del 11/11/2022 (dep. 10/01/2023)
La pronuncia in commento attribuisce rilevanza giuridica al diritto secondario al sepolcro, inteso come diritto di natura personale posto a tutela del sentimento del parente del defunto.
La controversia origina dalla cremazione non autorizzata dei resti del padre di B.B. da parte della societΓ X, quale concessionaria e titolare di affidamento diretto da parte del Comune Y dei servizi cimiteriali di sepoltura e di movimentazione defunti.
Il signor B.B. conveniva in giudizio la societΓ X, assumendo che la cremazione fosse avvenuta in violazione della normativa vigente.
Tanto il giudice di prime cure quanto la Corte dβAppello accoglievano la domanda attorea, condannando la societΓ X al risarcimento del danno.
La societΓ X proponeva ricorso per cassazione affidato a tre motivi.
La Suprema Corte di Cassazione ritiene che la soluzione della controversia debba passare per lβarticolo 1, lettera g), della legge n. 130/2001, il quale stabilisce che β l’ufficiale dello stato civile, previo assenso dei soggetti di cui alla lettera b) numero 3), o, in caso di loro irreperibilitΓ , dopo trenta giorni dalla pubblicazione nell’albo pretorio del comune di uno specifico avviso, autorizza la cremazione delle salme inumate da almeno dieci anni e delle salme tumulate da almeno venti anniβ. Sul punto, appare opportuno chiarire che la legge n. 130/2001 ha demandato ad un successivo regolamento la nuova disciplina di polizia mortuaria, ponendosi, perΓ², essa stessa, con lβarticolo 1 citato, come fonte di disciplina della materia, atteso il suo sufficiente grado di dettaglio.
CiΓ² premesso, lβarticolo 1 della legge n. 130/2001 stabilisce, quindi, che il consenso Γ¨ atto strumentale alla tutela di un interesse preesistente, ossia quello del vivente alla integritΓ del corpo del defunto, ed, altresΓ¬, alla possibilitΓ di culto verso quest’ultimo. βLa legge prevede il consenso del parente proprio perchΓ¨ riconosce al parente un interesse non solo al culto verso il defunto, ma altresΓ¬ a che la modalitΓ di tale culto non sia imposta in forme diverse da quelle fino a quel momento esercitate (giΓ Cass. 1834 del 1975 ha riconosciuto il diritto del parente alla scelta del luogo e della modalitΓ di sepoltura)β.
CiΓ² conduce a sostenere che il consenso dei parenti sia strumentale alla tutela dellβinteresse secondario al sepolcro.
Sul punto, la Suprema Corte distingue il diritto primario al sepolcro dal diritto secondario al sepolcro. Il primo si identifica, secondo alcuni in un diritto reale e secondo altri in un diritto personale, nel diritto ad essere seppellito o di seppellire altri in un dato sepolcro.
Il diritto secondario al sepolcro rappresenta, invece, un diritto di natura personale, consistente nella tutela del sentimento del parente verso il defunto.
In altri termini, il diritto secondario al sepolcro Γ¨ βl’interesse dei parenti ad avere un luogo per onorare il defunto, e l’interesse a che tale luogo non sia trasformato. [ciΓ² rappresenta] esplicazione di un diritto della personalitΓ , o di una manifestazione del diritto alla personalitΓ , posto che il culto dei defunti Γ¨ parte della vita personale di ciascuno, e dunque momento di sviluppo della personalitΓ , cui concede rilevanza l’art. 2Β della Costituzione. Esso Γ¨ anche espressione della libertΓ religiosa di ognuno, quale che sia la religione seguita, essendo il culto dei defunti comune alle diverse religioni praticate dai cittadini: e dunque il diritto secondario di sepolcro trova fondamento altresΓ¬ nell’art. 19Β della Costituzione, che garantisce la libertΓ di religione e con essa delle pratiche che ne sono espressioneβ.
Β Pertanto, la Suprema Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di primo e di secondo grado, conferma la condanna della societΓ X al risarcimento del danno, in virtΓΉ della accertata lesione del diritto secondario al sepolcro, conseguente alla cremazione non autorizzata dalla salma, impositiva di una forma di culto non previamente accettata dai parenti del defunto.
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