𝐋𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝟐𝟗 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟎

𝐂𝐨𝐦𝐦𝐞𝐭𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐫𝐞𝐚𝐭𝐨, 𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞, 𝐝𝐮𝐞 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐧𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐚 𝐮𝐧 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐬𝐬𝐮𝐦𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚, 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐢, 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐜𝐝-𝐫𝐨𝐦 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐥𝐥𝐞𝐜𝐢𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐮𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐚 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐭𝐞 𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐢 𝐬𝐮𝐝𝐝𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢?

RISPOSTA:

Sì, commettono il reato di concorso in ricettazione (comb. disp. artt. 110-648 c.p.), come affermato dalla Cassazione nella recente sentenza 38277/2019.

Tale reato, nella versione base, consiste nel fatto di chi “Fuori dei casi di concorso nel reato, […] al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare […]”. Il problema che si pone nella vicenda indicata non concerne la tipicità della condotta tenuta dai giornalisti in concorso con l’imprenditore (la concertata presa in carico di un cd-rom contenente intercettazioni illecitamente effettuate è chiaramente “ricezione di cose provenienti da un delitto”, qual è quello ex art. 617 c.p.), bensì la possibilità di concorrere in un reato a dolo specifico come la ricettazione con un atteggiamento di mero dolo generico.

La Cassazione risponde in senso positivo, richiamando alcuni precedenti in cui si afferma, tra l’altro, che: tale dolo è misto, consistendo nella coscienza e volontà di ricevere cose di provenienza illecita e nel fine di trarne profitto; per la configurabilità di un concorso di persone, il profitto deve essere perseguito da almeno uno dei correi (nel caso di specie, l’imprenditore, che dalla divulgazione delle intercettazioni illecite a danno dell’impresa concorrente avrebbe tratto un vantaggio commerciale), mentre gli altri possono limitarsi a conoscere l’origine illecita del bene e il fine di profitto del suddetto concorrente.