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La Cassazione: sulla maternitร  surrogata e sul โ€œgenitore dโ€™intenzioneโ€ (in tema di riconoscimento dell’atto di nascita formato all’estero)

a cura dellโ€™avvocato Paolo Vincenzo Rizzardi

#adozione #maternitร  #surrogata #diritto#identitร  #relazione #genitori #art.44lett.d.lg.184/1983 #art.12.comma6.lg.40/2004 #art.2cost.#art.30cost. #art.117cost. #art.8C.E.D.U. #art.3convenzionenewyork.

Corte di Cassazione, sez. I civile, ordinanza interlocutoria n. 1842 del 22/01/2022

La presente ordinanza interlocutoria auspica il mutamento dellโ€™orientamento giurisprudenziale, patrocinato dalle Sezioni Unite Civili n.12193/2019, che sostiene lโ€™astratta e lโ€™assoluta prevalenza dellโ€™ordine pubblico internazionale, sotteso al divieto di maternitร  surrogata, di cui allโ€™articolo 12, comma 6, della legge n. 40/2004, in relazione al riconoscimento del provvedimento giurisdizionale straniero con cui sia stato accertato il rapporto di filiazione tra un minore nato allโ€™estero, mediante ricorso alla โ€œgestazione per altriโ€, e il genitore dโ€™intenzione.

Prima di proseguire nella trattazione dellโ€™ordinanza in commento, appare opportuno, a parere di chi scrive, chiarire alcuni lemmi utilizzati tanto dalla Suprema Corte di Cassazione quanto dalla dottrina. Invero, per โ€œgenitore dโ€™intenzioneโ€ si intende colui il quale non ha contribuito con il proprio patrimonio genetico (gamete) a concepire il minore, ma che con esso ha intenzione di istaurare un rapporto familiare. La maternitร  surrogata, invece, rappresenta una forma di procreazione medicalmente assistita, in forza della quale una donna provvede alla gestazione per conto di altri. Essa รจ vietata ai sensi dellโ€™articolo 12, comma 6, della legge n. 40/2004 โ€œChiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternitร  รจ punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euroโ€.

Ciรฒ premesso, il caso di specie riguarda il rifiuto opposto dallโ€™ufficiale di stato civile del Comune di Verona di trascrivere lโ€™atto di nascita del minore B.F.P., nel quale si attesta che il medesimo รจ figlio dei signori F.P e B.F.

I ricorrenti, cittadini italiani, coniugati in Canada, con matrimonio trascritto in Italia nel registro delle unioni civili dichiaravano che il bambino era nato con modalitร  tipiche della gestazione per altri โ€œ[โ€ฆ] essendo la fecondazione avvenuta tra un ovocita di una donatrice anonima e i gameti di F.P., con successivo impianto dell’embrione nell’utero di una diversa donna, non anonima, che aveva portato a termine la gravidanza e partorito il bambino; al momento della nascita le Autoritร  canadesi avevano formato un atto di nascita nel quale era indicato, come unico genitore, F.P., mentre nรฉ la donatrice dell’ovocita, nรฉ la cd. “madre gestazionale” erano dichiarate madri del minore.A seguito del ricorso presso la Suprema Corte della British Columbia, i ricorrenti avevano ottenuto [โ€ฆ]una sentenza nella quale si dichiarava che entrambi erano genitori del minore con la conseguente modifica dell’atto di nascitaโ€.

Tuttavia, il Comune di Verona rifiutava la richiesta di riconoscimento, attesa lโ€™assenza di motivi normativi e precedenti giurisprudenziali favorevoli. Ciรฒ ha condotto i ricorrenti a richiedere il riconoscimento, a norma degli articoli 33, 65, e 66 della legge n. 218/1995, della sentenza emessa in Canada al fine di ottenere il riconoscimento dello status filiationis, invocando la non contrarietร  allโ€™ordine pubblico della decisione dei giudici canadesi.

โ€œCon ordinanza del 16.7.18, la Corte d’appello di Venezia, in accoglimento del ricorso, ha accertato che la sentenza emessa dalla Suprema Corte della British Columbia in data 8.9.17 – che aveva riconosciuto F.P. e B.F. quali genitori di B.F.P., nato il (OMISSIS), a (OMISSIS) – possedeva i requisiti per il riconoscimento a norma dellaย L. n. 218 del 1995, art. 67.

In particolare, la Corte territoriale veneziana nella sua motivazione ha osservato che: nella materia in esame vige tra i diritti fondamentali la tutela del superiore interesse del minore in ambito interno e internazionale, come sancita dalle convenzioni internazionali. Nell’ambito di questo assetto l’ordine pubblico internazionale impone l’esigenza imprescindibile di assicurare al minore la conservazione dello status e dei mezzi di tutela di cui possa validamente giovarsi in base alla legislazione nazionale applicabile, in particolare del diritto al riconoscimento dei legami familiari ed al mantenimento dei rapporti con chi ha legalmente assunto il riferimento della responsabilitร  genitoriale; nรฉ puรฒ ricondursi all’ordine pubblico la previsione che il minore debba avere genitori di sesso diverso [โ€ฆ]โ€.

Avverso tale decisione lโ€™Avvocatura dello Stato, nellโ€™interesse del Ministero dellโ€™Interno, proponeva ricorso per cassazione.

Invero, lโ€™orientamento prevalente della giurisprudenza ritiene che โ€œnon puรฒ essere riconosciuto nel nostro ordinamento un provvedimento straniero che attribuisca lo status di figlio a un bambino nato in seguito a gestazione per altri, in un paese in cui tale pratica sia riconosciuta come legale, nei confronti del cd. genitore “d’intenzione” (colui cioรจ che non ha dato alcun apporto biologico alla procreazione), a causa dell’ostacolo, ritenuto insuperabile, ravvisato nel divieto di surrogazione di maternitร , previsto dallaย L. n. 40 del 2004, art. 12,ย comma 6, qualificabile (Sezioni unite civili, n. 12193/19)โ€.

In particolare, le Sezioni Unite civili, con sentenza n. 12913/19, avevano ritenuto astrattamente prevalente lโ€™ordine pubblico internazionale, sotteso al divieto di maternitร  surrogata, rispetto al best interest del minore al riconoscimento dello status filiationis. Al riguardo, la Suprema Corte di Cassazione riteneva che la posizione del minore fosse adeguatamente salvaguardata dalla possibilitร  del genitore dโ€™intenzione di adottarlo, ai sensi dellโ€™articolo 44, comma 1, lettera d) della legge n. 184/1983.

Appare opportuno sottolineare che in seguito alla sentenza n. 12193/19, la Corte Costituzionale, con decisione n. 33 del 9 marzo 2021 dichiarava lโ€™inammissibilitร  della questione relativa allโ€™adeguatezza del diritto vivente, cristallizzato dalla citata pronuncia delle Sezioni Unite, rispetto agli articoli 2, 3, 30 e 31 della Costituzione. Al riguardo, lโ€™ordinanza di remissione, infatti, sottolineava cheย  โ€œ[โ€ฆ]possibilitร  del ricorso al predetto istituto dell’adozione “in casi particolari” da parte del genitore di “intenzione”, a norma dellaย L. n. 184 del 1983, art. 44,ย comma 1, lett. d), ritenuta percorribile dalle Sezioni Unite, nella richiamata sentenza n. 12193/19, e idonea a tutelare i diritti del bambino, non determina un vero rapporto di filiazione e non comporta nรฉ la effettivitร  nรฉ la tempestivitร  del riconoscimento del rapporto di filiazione ritenuta necessaria dalla Corte EDUโ€.

Ciรฒ premesso, la Corte Costituzionale, pur dichiarando inammissibile la questione e chiarendo che in un caso del genere non venga in rilievo un โ€œdiritto alla genitorialitร โ€, ritiene che la soluzione adottata dalla Sezioni Unite non appaia compatibile con i principi costituzionali e sovranazionali. Invero, al fine di attribuire unโ€™idonea tutela alla sfera giuridica del minore appare โ€œindubbio che l’interesse del bambino accudito sin dalla nascita da una coppia che aveva condiviso la decisione di farlo venire al mondo era ed รจ quello di ottenere il riconoscimento, anche giuridico, dei legami che, nella realtร  fattuale, giร  lo uniscono ad entrambi i componenti della coppia, senza che ciรฒ abbia implicazioni quanto agli eventuali rapporti giuridici tra il bambino e la madre surroga[..]sicchรฉ indiscutibile รจ l’interesse del bambino a che tali legami abbiano riconoscimento non solo sociale ma anche giuridico.[โ€ฆ]Ha rilevato poi la Corte Costituzionale che, sotto un secondo e non meno importante profilo, non รจ qui in discussione un preteso “diritto alla genitorialitร ” in capo a coloro che si prendono cura del bambino, ma unicamente l’interesse del minore a che sia affermata in capo a costoro la titolaritร  giuridica di quel fascio di doveri funzionali agli interessi del minore

[โ€ฆ]Ogni soluzione che non dovesse offrire al bambino alcuna chance di un tale riconoscimento, sia pure ex post e in esito a una verifica in concreto da parte del giudice, finirebbe per strumentalizzare la persona del minore in nome della pur legittima finalitร  di disincentivare il ricorso alla pratica della maternitร  surrogata; proprio questo rischio, d’altronde, la stessa Corte Costituzionale ha inteso evitare allorchรฉ ha dichiarato l’illegittimitร  costituzionale di una norma che vietava il riconoscimento dei figli nati da incesto, precludendo loro l’acquisizione di un pieno status filiationis, in ragione soltanto della condotta penalmente illecita dei loro genitoriโ€.

Ciรฒ ha condotto la Corte Costituzionale a ritenere che [โ€ฆ] il ricorso all’adozione “in casi particolari” di cui allaย L. 4 maggio 1983, n. 184, art. 44,ย comma 1, lett. d), ritenuto esperibile dalla sentenza n. 12193 del 2019 delle Sezioni unite civili, costituisce una forma di tutela degli interessi del minore che รจ certo significativa, ma non รจ ancora del tutto adeguata al metro dei principi costituzionali e sovranazionali rammentati; infatti, l’adozione “in casi particolari” non attribuisce infatti la genitorialitร  all’adottante

[โ€ฆ]Alla luce delle osservazioni e dei rilievi critici formulati, la Corte Costituzionale ha evidenziato che: il compito di adeguare il diritto vigente alle esigenze di tutela degli interessi dei bambini nati da maternitร  surrogata – nel contesto del difficile bilanciamento tra la legittima finalitร  di disincentivare il ricorso a questa pratica, e l’imprescindibile necessitร  di assicurare il rispetto dei diritti dei minori, nei termini sopra precisati – non puรฒ che spettare, in prima battuta, al legislatore, al quale deve essere riconosciuto un significativo margine di manovra nell’individuare una soluzione che si faccia carico di tutti i diritti e i principi in gioco; di fronte al ventaglio delle opzioni possibili, tutte compatibili con la Costituzione e tutte implicanti interventi su materie di grande complessitร  sistematica, questa Corte non puรฒ, allo stato, che arrestarsi, e cedere doverosamente il passo alla discrezionalitร  del legislatore, nella ormai indifferibile individuazione delle soluzioni in grado di porre rimedio all’attuale situazione di insufficiente tutela degli interessi del minoreโ€.

ย Alla luce di questo breve excursus, il collegio ritiene che si sia aperto un vuoto normativo, atteso il superamento, ad opera della Corte Costituzionale, del presupposto essenziale del bilanciamento tra i valori confliggenti, basato sullโ€™articolo 44, comma1, lett. d) della legge n.184/1983. โ€œIn primo luogo che si sia di fronte a una situazione di vuoto normativo รจ convinzione che deriva dal venir meno dei due assunti su cui si basava il precedente delle Sezioni Unite vale a dire in primo luogo il bilanciamento a priori in via generale e astratta, compiuto implicitamente dal legislatore e basato sull’attribuzione al divieto penale della surrogazione di maternitร  di un valore prevalente rispetto al riconoscimento della filiazione nei confronti del genitore intenzionale.

In secondo luogo la legittimitร  di tale esclusione aprioristica del riconoscimento per essere praticabile da parte del genitore intenzionale la via, alternativa alla delibazione della sentenza straniera o alla trascrizione dell’atto di nascita formato all’estero, della adozioneย L. n. 184 del 1983, ex art. 44,ย lett. d)โ€.

Ciรฒ ha indotto il collegio, da un lato a rimettere la questione al Primo Presidente, ai fini dellโ€™eventuale assegnazione della questione alle Sezioni Unite e, dallโ€™altro lato, ad apportare un proprio contributo.

La prima sezione sostiene che nel caso di specie si tratta di dare efficacia in Italia a un riconoscimento del rapporto di filiazione giร  avvenuto nellโ€™ordinamento in cui il minore รจ nato, al fine di dare continuitร  al suo status filiationis e ai diritti che ne derivano. Altresรฌ, sostiene che in una materia sensibile, come quella per cui si converte, appaia inammissibile una valutazione di tipo automatico volta a ritenere astrattamente prevalente lโ€™ordine pubblico internazionale rispetto al riconoscimento dello status filiationis.

โ€œL’attenzione deve essere rivolta, in questa prospettiva, ai due valori che sono stati menzionati dalle precedenti pronunce sia della Corte Costituzionale che della giurisprudenza di legittimitร  vale a dire la dignitร  della donna coinvolta nel processo procreativo e la preservazione dell’istituto dell’adozione.

Sotto il primo profilo non puรฒ non ritenersi che la donna, che accetta di portare a termine una gravidanza anche nella prospettiva di non diventare la madre del bambino che partorirร , รจ in una condizione di soggezione che puรฒ essere considerata non lesiva della sua dignitร  solo se sia il frutto di una scelta libera e consapevole, indipendente da contropartite economiche e se tale scelta sia revocabile sino alla nascita del bambino. Se queste condizioni non sussistono e non sono effettive nell’ordinamento del paese in cui avviene la procreazione mediante gestazione per altri la violazione della dignitร  della donna assume un rilievo talmente importante da consentire il rifiuto della delibazione (e della trascrizione) sempre perรฒ in una ottica di valutazione, caso per caso, della soluzione che rispetti anche gli interessi del minore. Al contrario se queste condizioni sono esistenti e sono state rispettate il bilanciamento basato sul diniego aprioristico di riconoscimento degli effetti della sentenza straniera (o dell’atto formato all’estero) assume una connotazione di non inerenza alla soluzione di un concreto e attuale conflitto perchรฉ inconferente rispetto all’esigenza di tutela della dignitร  donna cui l’ordinamento straniero ha riconosciuto una libertร  di scelta su una decisione che coinvolge la sua sfera personalissima di autonomia decisionale.

[โ€ฆ]Deve quindi ritenersi la non riconoscibilitร  in Italia degli effetti di una decisione giudiziaria che abbia sancito la filiazione derivante da surrogazione di maternitร  ma che sia stata ottenuta fraudolentemente in violazione delle leggi del paese che la consente da persone che non possono accedere alle procedure di adozione in Italia e intendono avvalersi delle tecniche di procreazione assistita mediante surrogazione di maternitร  senza rispettarne le condizioni legali di ammissione. Cosรฌ come non รจ riconoscibile l’adozione che celi un accordo di maternitร  surrogata. Ma รจ anche da ritenere non riconoscibile una sentenza o un atto di nascita che accerti la filiazione in relazione a una surrogazione di maternitร  consentita dalla legge del paese in cui รจ avvenuta anche se i genitori intenzionali non hanno apportato alcun contributo genetico alla procreazioneโ€.

ย Ciรฒ premesso, il quesito sottoposto al Primo Presidente, per lโ€™eventuale assegnazione alle Sezioni Unite รจ: โ€œ Se la sentenza dellaย Corte Costituzionale n. 33/2021, accertando l’inidoneitร  del ricorso in questa materia all’adozione in casi particolari,ย L. n. 184 del 1983, ex art. 44,ย lett. d) abbia determinato il superamento del diritto vivente rappresentato dalla sentenza n. 12193/2019 delle Sezioni Unite.

ย Se la non attuazione del monito rivolto al legislatore dalla stessa sentenza n. 33/2021 abbia determinato di conseguenza un vuoto normativo.

ย Se, e come, sia superabile in via interpretativa tale situazione di vuoto normativo non potendosi piรน il giudice, sia ordinario che di legittimitร , riferire al preesistente diritto vivente che, in base alla motivazione della sentenza della Corte Costituzionale, non รจ idoneo a impedire la lesione dei diritti fondamentali del minore a causa del generale mancato riconoscimento del rapporto di filiazione con il genitore d’intenzione e nello stesso tempo per l’inadeguatezza della soluzione offerta dall’istituto di cui allaย L. n. 184 del 1983, art. 44,ย lett. d).

ย Se una possibile interpretazione adeguatrice consentita alle Corti possa consistere nel configurare la valutazione del conflitto del riconoscimento del rapporto di filiazione con il genitore di intenzione con l’ordine pubblico internazionale, spettante al giudice investito della richiesta di delibazione, come valutazione legata al singolo caso in esame, secondo criteri di inerenza, proporzionalitร  e ragionevolezza per come affermati dalla giurisprudenza costituzionale specificamente nell’ottica della ricerca della soluzione ottimale in concreto per l’interesse del minore.

ย Se in tale valutazione il giudice debba mettere a confronto, in concreto, l’interesse del minore a che vengano rispettati i suoi diritti fondamentali alla identitร  personale e alla vita familiare con la tutela della dignitร  della donna coinvolta nel processo procreativo mediante gestazione per altri, con la prevenzione di qualsiasi attentato che, sempre in concreto, possa derivare dal riconoscimento all’istituto dell’adozione, con la legittima aspirazione dello Stato a scoraggiare pratiche elusive del divieto di surrogazione di maternitร .

ย Se i criteri generali indicati nella motivazione della presente ordinanza (adesione libera consapevole e non determinata da necessitร  economiche da parte della donna alla gestazione, revocabilitร  del consenso alla rinuncia all’instaurazione del rapporto di filiazione sino alla nascita del bambino; necessitร  di un apporto genetico alla pro-creazione da parte di uno dei due genitori intenzionali; valutazione in concreto degli effetti dell’eventuale diniego del riconoscimento sugli interessi in conflitto), eventualmente in aggiunta o combinazione con altri criteri generali, debbano o possano assumere il ruolo di una direttiva nell’interpretazione cui debba attenersi il giudice del merito.

ย Se infine derivi anche dal diritto dell’Unione Europea un limite alla possibilitร  di non riconoscere lo status filiationis acquisito all’estero da un minore cittadino italiano nato da gestazione per altri legalmente praticata nello Stato di nascita nella misura in cui tale disconoscimento comporti la perdita dello status e limiti la sua libertร  di circolazione e di esplicazione dei suoi legami familiari nel territorio dell’Unione.